Fotografare la montagna di notte

Fotografare La Montagna Di Notte

Avete mai provato a immortalare una vetta nell’intimità del buio notturno illuminato solo dalle stelle? Oggi grazie alla tecnologia è possibile farlo e i risultati sono sorprendenti. Davide Necchi ci racconta la sua esperienza.

fotografare la montagna di notte secondo Davide Necchi

“Il mio destino è incontrare tutti gli alpinisti che scendono, mentre io salgo in vetta quando cala la sera”.

Sono le parole di Davide Necchi, informatico milanese con la passione della montagna (è istruttore di alpinismo del CAI) e della fotografia in notturna.

“Ma non sono un fotografo professionista” premette modestamente prima dalla chiacchierata con #EverydayClimbers Magazine, anche se le sue foto le possiamo vedere pubblicate su riviste di settore come i “Meridiani Montagne” e addirittura sul sito della NASA

DAVIDE NECCHI CI RACCONTA LA SUA PASSIONE PER LA FOTOGRAFIA NOTTURNA

Come hai iniziato a fare le foto della montagna in notturna?

Negli ultimi anni a livello fotografico c’è un gran sovraffollamento: chiunque in montagna fa foto.

Ci sono milioni di fotografie sempre degli stessi soggetti, ed è sempre più difficile trovare angoli e luoghi per fare foto fuori dallo standard.

Io ho iniziato a fotografare in notturna nei primi anni 2000, grazie a un amico fotografo professionista che mi ha fatto scoprire questa bellissima modalità.

Al tempo con l’attrezzatura disponibile era ancora molto difficile: negli ultimi anni con le innovazioni tecnologiche in campo fotografico, basta aumentare la sensibilità e il tempo di esposizione e così anche con una media reflex si riesce a vedere benissimo la via lattea. Perciò anche in questo caso essere originali è diventato sempre più difficile.

Cosa cerchi di trasmettere con le tue foto in notturna?

A me piace far vedere il mondo che si coglie in maniera meno semplice. Di giorno abbiamo tutto davanti agli occhi, mentre la notte ci permette di vedere cose conosciute in una veste nuova, o quantomeno meno conosciuta.

Consigli a chi vuole iniziare a fotografare le montagne?

Il mio consiglio è di partire dalle basi e dai soggetti classici. Iniziare quindi a fare esperienza sulle basi senza timore di fare cose già fatte, ad esempio immortalare il lago blu del Cervino e le tre cime di Lavaredo da tutti gli angoli canonici.

Solo dopo un lungo periodo di “gavetta” si può iniziare e studiare nuove prospettive, fare fatica per andare a visitare angoli nuovi e allontanarsi dal quotidiano.

Un aneddoto da raccontare?

Alcuni anni fa ero in Val D’Aosta al Parco del Mont Avic con alcuni amici. Era dicembre e non c’era neve, quindi abbiamo lasciato le ciaspole a valle.

Però arrivati di notte a un passo a venti minuti dal rifugio, troviamo così tanta neve da sprofondare: allora abbiamo iniziato a camminare in questa notte bellissima, nera e senza luna. Sapevamo di essere vicini al rifugio, dove ero già stato, ma non avevamo punti di riferimento.

Allora ho deciso di fare una foto con un tempo di esposizione lungo, e una volta vista la foto che sfruttava la luce delle poche stelle, ho riconosciuto un lago che ricordavo e dopo pochi minuti eravamo al rifugio. Quindi una sola foto ci “ha salvato la vita”.