Fotografare La Montagna In Bianco E Nero

FOTOGRAFARE LA MONTAGNA IN BIANCO E NERO

Chi ha detto che la montagna è bella solo “a colori”? Il fotografo Alberto Bregani ci fa scoprire le cime e sentieri con occhi diversi, attraverso il racconto dei suoi scatti in bianco e nero.

Fotografare la montagna con Alberto Bregani

Oggi con una discreta attrezzatura si riescono a fare delle foto di paesaggi montani di gran qualità, ma alla fine si assomigliano un po’ tutte.

Quel che talvolta manca è un’immagine personale e meditata della straordinaria bellezza del paesaggio, un tocco personale che si fa ricordare l’abbiamo trovato in Alberto Bregani, fotografo professionista di montagna e di paesaggio, che scatta prevalentemente in bianco e nero.

Ma facciamo parlare direttamente lui.

La fotografia e la montagna. Gli inizi.

La mia infanzia, la mia adolescenza, la mia maturità sono state circondate da boschi, torrenti e montagne. Sono cresciuto a Cortina d’Ampezzo, ho girato l’Europa prima come atleta di sci alpino, poi come maestro di sci e infine occupandomi di turismo montano, dalle Dolomiti alle Alpi francesi.

Della montagna conosco perfettamente umori e carattere. Ci ho vissuto, camminato in mezzo, l’ho salita, la vivo tuttora, ne scrivo. Fotograficamente è un punto naturale di arrivo più che una scelta. Non avrei potuto raccontare d’altro.

La scelta di usare il bianco e nero

Il bianco e nero me lo sono ritrovato tra le mani da ragazzo, seguendo mio padre, alpinista, scrittore e documentarista di montagna. Con il tempo ho pian piano compreso che poteva essere il mio linguaggio, il mio modo di pensare e raccontare.

Attraverso la forza del bianco e nero riesco a scavare, a modellare, a esprimere una visione personale, perché ne ho piena consapevolezza. Il bianco e nero è un pensiero preciso, non è una semplice scelta stilistica.

È un viaggio silenzioso fatto di chiaroscuri, che si sceglie di intraprendere e che ti segna per sempre. Come è successo a me.

Le altre caratteristiche del tuo “sguardo” fotografico.

Grande influenza sulla mia fotografia l’ha avuta la filosofia del “Sublime”, quel Sublime estetico dei Romantici, di una Natura maestosa, immensa, potenzialmente distruttrice, alla quale tutti noi dobbiamo massimo rispetto.

E poi le nuvole e il cielo: le nuvole servono al cielo e il cielo serve alla composizione. Deve essergli data la stessa importanza dei soggetti che stanno sotto o intorno. Non può essere un semplice riempitivo.

Un’anticipazione del libro in uscita ad aprile

La montagna in chiaroscuro” (Ediciclo Editore) è un libretto di circa cento pagine nel quale racconto la mia esperienza di fotografo di montagna; la mia silenziosa “conversazione” con le grandi pareti, le cascate, le nuvole, la bellezza dei paesaggi, alla ricerca di un momento, una situazione speciale da poter raccontare. Un libro per chi ama la montagna e per chi ama raccontarla attraverso una fotografia.

Tre elementi fondamentali per chi vuole approcciare alla fotografia della montagna

Visione, tempo e, poi, tecnica. Visione significa avere in mente cosa si vuole dire della montagna, per essere originali, unici, riconoscibili.

Tempo: disporre di molto tempo a disposizione per poter attendere la situazione che si cerca e soprattutto si vuole. Infine tecnica fotografica ovvero sapere cosa fare per poter raccontare al meglio la visione di cui sopra.

La tecnica fine a sé stessa, senza un contenuto, non serve assolutamente a niente.

Cosa non manca mai nel tuo zaino

Molta pazienza. Saper aspettare è una delle doti più importanti di un fotografo di montagna. Talvolta anche rinunciare a uno scatto è importante.

Fotografare è dire. Se non c’è nulla da dire meglio chiudere lo zaino, godersi il paesaggio e i passi che ti riportano a casa.