I viaggi avventura in solitaria
Cosa spinge una persona a fare un’escursione in solitaria in montagna e passare la notte in tenda? Ce lo siamo fatti spiegare da Luca Capobussi, amante delle microadventure.
Quando si pensa alla montagna in solitaria, ci immaginiamo l’alpinista dedito alla scalata e all’arrampicata di irte pareti per superare nuovi record, invece esiste tutto un mondo di escursioni in solitaria verso vette minori o canali di ghiaccio che procurano ugualmente forti emozioni e sensazioni.
L’avventuriero inglese Alastair Humphreys , eletto Adventurer of the Year dal National Geographic, le chiama microadventure , piccole avventure alla ricerca di spazi naturali non lontano da casa e una-due notti da passare da soli in tenda.
Luca Capobussi è un giovane tecnico di laboratorio biomedico che approfitta degli spazi liberi tra i turni del suo lavoro per fare le sue microadventure.
Come è nata questa passione?
Fin da quando ero piccolo ho passato lunghi periodi in montagna in Val Sassina. Poi alla fine delle superiori ho cominciato a pensare che la passione per la montagna era troppo forte per limitarla ai weekend. Ho sempre amato la natura e poi sono una persona piuttosto solitaria, quindi non è stato difficile coltivare questo hobby.
Cosa ti piace delle escursioni in solitaria?
Quando sei da solo ti si amplificano tutte le emozioni, quelle belle ma anche quelle brutte.
Le avventure in solitaria ti rendono più indipendente e responsabile: prima di fare un’escursione o un canale di ghiaccio che non mi sembra sicurissimo ci penso venti volte, mentre quando si è in gruppo la paura viene condivisa e quindi calmierata.
Quali sono gli obiettivi che ti poni ogni volta?
L’obiettivo è più che altro l’avventura in quanto tale, anche perché la vetta non è sempre raggiungibile, specialmente in inverno. La cosa importante è più che altro esplorare, visitare posti sconosciuti, anche se non lontani da casa, fare nuove esperienze. Peraltro io amo fotografare e quindi scattare una bella foto è diventata una buona scusa per non esser preso per un “pazzo” che passa le notti in tenda a -15 gradi…
Quali sono i tuoi soggetti fotografici preferiti?
Mi piace fotografare l’immensità della natura dove in lontananza si vede un omino piccolo sovrastato dalla magnificenza della montagna. Preferisco immortalare la vastità degli spazi naturali, prendendo magari l’uomo come metro di paragone con la giusta scala di proporzione.
Quali sono le cose da fare quando si fa un’avventura in solitaria
Prima cosa da fare è dire sempre dove siamo diretti e buttare giù un itinerario abbastanza preciso e comunicarlo ad amici o familiari e dare loro anche un orario di ritorno. È necessario poi essere ben equipaggiati e conoscere bene i propri limiti. La sicurezza viene prima di ogni cosa.