Vivere nella natura alla scoperta delle cattedrali vegetali italiane
Vivere nella natura unendo la bellezza del paesaggio e l’artificio dell’uomo è possibile. In Italia, l’artista Giuliano Mauri ha inventato le cattedrali vegetali, opere monumentali visibili al pubblico. Cosa sono e dove si possono visitare.
Vivere nella natura camminando tra gli alberi riduce lo stress e aumenta le difese immunitarie. Lo abbiamo già visto qui a proposito della pratica giapponese del forest bathing e dei suoi benefici.
L’Italia è famosa per la varietà e ricchezza del suo paesaggio naturale, oltre che del patrimonio artistico. Tra gli scenari che più si addicono ad una indimenticabile passeggiata immersi nella natura c’è senza dubbio lo spettacolo delle cattedrali vegetali progettate dall’artista lodigiano Giuliano Mauri, scomparso nel 2009 e attivo nel corso del secolo scorso come esponente di spicco del movimento Art in Nature.
Cosa sono le cattedrali vegetali e dove si possono visitare?
Sul sito ufficiale dell’artista leonardesco – come lo ha definito Gino Di Maggio della Fondazione Mudima per l’arte contemporanea – si può leggere la definizione che Mauri stesso dà dell’opera:
“La Cattedrale rappresenta un’idea di magnificenza, un ordine e una sacralità del luogo, ho sempre voluto dare corpo a questa fratellanza che esiste tra il luogo e la sacralità della terra e di questi elementi che si innalzano che sono gli alberi. In questo c’è dentro tutta la filosofia del mio lavoro. Il luogo non mi dimentica e questo mi fa felice, mi piace pensare che la gente attraverserà questo luogo pensando al perché è stata costruita, al perché si è fatta, una domanda che la gente si farà da sé, rendendosi conto che l’opera vale il posto.” (Giuliano Mauri)
Le tre principali cattedrali vegetali
La prima cattedrale vegetale è stata eretta in occasione di Arte Sella a Borgo Valsugana in Trentino nel 2001, nonostante l’idea risalisse a 30 anni prima. Si tratta di un’opera monumentale visibile al pubblico, una cattedrale gotica a tre navate, delle dimensioni di 82 metri per 15, con 80 pilastri alti 12 metri. Queste colonne sono costituite da otto esili e flessibili alberelli, collegati fra loro da telai ottagonali, che vanno a riunirsi in alto in modo da formare archi a sesto acuto, i portali gotici della cattedrale.
La seconda cattedrale si trova nel Parco delle Orobie, Bergamo; iniziata da Mauri e terminata da suoi familiari, è visitata ogni anno da migliaia di persone. È costruita seguendo l’antica arte dell’intreccio che prevede l’uso di legno flessibile, picchietti, corde e chiodi, materiale che, per la realizzazione dell’opera, è stato reperito localmente. I numeri della cattedrale scorrono veloci sulle pagine del sito ufficiale: 5 navate, 42 colonne, 1800 pali di abete e 600 rami di castagno.
L’ultima cattedrale vegetale sarà inaugurata il prossimo mese sulla riva sinistra del fiume Adda, a Lodi, città natale di Mauri. Si tratta di un’opera postuma che conta e 108 querce, di 60 cm di altezza, all’interno delle colonne di legno che compongono le 5 navate, in cui trova pieno compimento la visione di Mauri per cui le architetture vegetali costituiscono l’intento di recuperare un dialogo profondo con i luoghi.
Nell’attesa che quest’ultima grande opera apra al pubblico, non resta che cominciare a visitare le altre due per concedersi l’esperienza unica di vivere e camminare nella natura.