Mantova Playground, un gioco per affrontare la vita
In occasione di Mantova Capitale della Cultura 2016, la città si è trasformata in un enorme campo giochi con il progetto Mantova Playground. Laboratori, mappe, eventi per conoscere la città da punti di vista insoliti e inaspettati o per insegnare ai bambini ad affrontare la vita e riscoprire quello che già conoscono da una nuova prospettiva.
L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Mantova insieme a un team di professionisti di varia astrazione perché diversi sono gli obiettivi piuttosto ambiziosi che si intendono raggiungere su base pluriennale: Pietro Corraini, grafico ed editore, Filippo Fabbrica e Stefania Mantovani, artisti relazionali del collettivo artway of thinking, da anni promotori di processi di co-progettazione e co-creazione legati all’arte contemporanea, e Ilaria Rodella, responsabile della didattica insieme all’associazione Ludosofici, di cui è fondatrice con Francesco Mapelli.
Perché coinvolgere i bambini nel progetto
La scelta di coinvolgere sempre di più i bambini all’interno dei processi della vita culturale della città è in linea con quello che avviene da tanti anni in molti altri paesi europei.
“Si tratta di una scelta strategica coraggiosa e lungimirante, sia da un punto di vista culturale e didattico che turistico e promozionale. Quanto più vengono coinvolti i bambini e le famiglie nei processi culturali della città, tanto più cresceranno generazioni consapevoli dell’importanza di preservare, attraverso la cura, il rispetto e la creatività, quel patrimonio umano, culturale e artistico di cui Mantova è esempio” spiega Ilaria Rodella.
Il bambino come cittadino consapevole
Alla base di Mantova Playground risiede la convinzione che: “Come si insegna ai bambini a leggere e scrivere, così è necessario insegnare loro a guardare l’ambiente che abitano in modo curioso, critico e attivo. La città, con le sue crepe, i suoi vicoli, i suoi monumenti, i suoi giardini, può diventare un incredibile campo di scoperte, in cui il bambino diventa cittadino consapevole e responsabile perché chiamato a partecipare attivamente alla vita della comunità di cui fa parte, la quale a sua volta risulta essere davvero comunità quando è capace di trovare linguaggi adatti a comunicare con tutti i suoi membri, senza lasciar indietro nessuno”.
Tra gli ostacoli principali che i bambini incontrano durante la loro crescita e nel contesto cittadino in particolare, Rodella rileva “una mancanza di fiducia in quelle che sono le loro capacità analitiche e i loro codici espressivi, ovviamente diversi rispetto a quelle degli adulti, ma, proprio per questo portatori di una profonda ricchezze creativa anche per lo stesso mondo adulto. Questo fa sì che non vengano coinvolti abbastanza o, ancora peggio, coinvolti come fossero degli adulti in miniatura, senza trovare linguaggi e codici che possono comprendere e a loro volta parlare”.
Affrontare la vita con le risorse interne
Difficile è, invece, individuare le risorse interne che i bambini attivano più di frequente per superare gli ostacoli, così come anche gli aiuti che arrivano dall’esterno perché farlo equivarrebbe a “stilizzare e astrarre la figura del bambino che, per quanto piccolo, è dotato fin da subito di una propria personalità, motivo per cui le risorse attivate di volta in volta sono diverse e dipendono da molteplici fattori: caratteriali, sociali, culturali, storici”.
Ecco di seguito l’elenco dei percorsi di scoperta suggeriti all’interno del progetto Mantova Playground: I suoni di Mantova, Bestiario Fantastico, Bene Comune, I giardini di Mantova, Gli archi di Mantova, Tombini e affini.