Che differenza c'è tra arrampicata sportiva, tradizionale e libera?

 

Che differenza c'è tra arrampicata sportiva, tradizionale e libera?

Sapevate che ci sono tre principali categorie di arrampicata? #EverydayClimbers Magazine vi spiega la loro storia e le principali differenze.

Scopri le differenze tra arrampicata sportiva, tradizionale e libera

Negli ultimi anni l’arrampicata è diventata una disciplina molto popolare, al punto che quella denominata “sportiva” nei prossimi giochi di Tokyo 2020 sarà anche disciplina Olimpica. Vediamo da vicino queste varianti.

ARRAMPICATA SPORTIVA

Oggi quando parliamo di arrampicata, facciamo riferimento a quella sportiva, sia nel caso venga praticata outdoor sia in particolari palestre con pareti attrezzate, e quindi indoor.

In entrambi i casi si utilizzano delle corde e dei rinvii per la sicurezza e l’incolumità dell’arrampicatore e, soprattutto, spit e appigli precedentemente piazzati sulla parete da scalare. In un precedente articolo vi abbiamo segnalato i principali luoghi dove potersi allenare in Italia.

In Italia l’arrampicata è diventata “sportiva”, ovvero sport agonistico con regole, criteri di valutazione e confronti nel 1985, precisamente a Bardonecchia. La prima manifestazione si chiamava “SportRoccia” e si svolgeva su percorsi tracciati ad hoc su falesia (ovvero ripide scarpate di roccia). Nel 1987 nasce a Torino la Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI) e viene riconosciuta dopo pochi anni dal CONI.

ARRAMPICATA TRADIZIONALE

La tradizionale (o trad) è, in pratica, l’arrampicata prima che esistesse la sportiva. Si differenzia da quest’ultima dal fatto che la salita sulle vie protette avviene senza appigli artificiali, ma utilizzando quelli naturali offerte dalla roccia o altri ancoraggi amovibili.

Un tempo quella che ora si chiama “arrampicata sportiva” era semplicemente una sorta di “palestra d’allenamento” per la trad.

Negli anni 80 e 90 e nei primi decenni degli anni 2000 l’arrampicata trad è andata un po’ “in disuso” e veniva praticata solo da alpinisti duri e puri in ambiente alpinistico; da qualche anno però molti appassionati sono tornati a salire nel modo tradizionale e molte case produttrici hanno sviluppato attrezzature specialistiche per questa attività.

Oggi intatti l’arrampicata trad è sempre più praticabile in contesti anche non alpinistici, ma di falesia o comunque in luoghi dove il fattore ambientale non è particolarmente severo (es. zona 5 Torri a Cortina). Quindi oggi anche l’arrampicata trad può essere un’arrampicata di piacere, al pari di quella sportiva, praticata non con lo scopo esclusivo di raggiungere una vetta, ma per godere della soddisfazione derivante dall’aver risolto con le proprie esclusive capacità un percorso non protetto. Inoltre non “sporca” la roccia, nel senso che non vengono piantati chiodi o spit, ma vengono inserite solo protezioni veloci che vengono rimosse, e quindi ha un approccio che tiene conto dell’aumentata sensibilità ambientalistica dei giorni nostri.

ARRAMPICATA LIBERA

È quella che viene denominata Free Climbing dove si utilizza solo il corpo.

Questo non esclude a priori l’utilizzo di attrezzatura, come la corda, l’imbrago, il discensore, i moschettoni, i nuts, i friends e i rinvii, come nelle altre due categorie ma tale equipaggiamento è usato esclusivamente per l’assicurazione, ossia per sicurezza o per limitare i danni in caso di caduta.

L’arrampicata sportiva può essere divisa in vari stili: redpoint (detta anche lavorata: scalata da capocordata effettuata dopo alcuni tentativi che hanno consentito di individuare la migliore sequenza di moviment), on sight (a vista: ovvero la scalata da capocordata effettuata la prima volta che si affronta una via, senza aver osservato un altro scalatore e senza alcun aiuto di attrezzature) e flash (a vista ma con informazioni e indicazioni di scalatori che hanno salito la medesima via in precedenza).

Si può quindi essere dei climber con modalità differenti. Voi quale preferite?